Anticipazioni del programma della 18a edizione de Lo schermo dell’arte, festival di cinema e arte contemporanea che si terrà a Firenze al Cinema La Compagnia, Palazzo Strozzi e altri luoghi dal 12 al 16 novembre 2025.
Leggi tutto
Alcune anticipazioni sul programma della prossima edizione de Lo schermo dell’arte: Focus 2025 dedicato all’artista Randa Maroufi. Nelle sue opere che comprendono video, fotografia e installazione, Maroufi (Casablanca 1989, vive e lavora a Parigi) adotta un approccio politico alla rappresentazione dei corpi negli spazi pubblici e alle questioni di genere di cui porta alla luce i meccanismi fondanti. I suoi film, spesso sviluppati in stretta collaborazione con specifiche comunità a cui è legata, impiegano effetti speciali e altri espedienti formali che alterano la percezione del tempo, dello spazio e del movimento.
Di Maroufi, artista che ha partecipato a VISIO 2022, verranno presentati cinque film realizzati tra il 2015 e il 2025, tra cui L’MINA, ambientato nella città mineraria di Jerada, vincitore del Leitz Cine Discovery Prize for Short Film alla Semaine de la Critique dell’ultimo Festival di Cannes.
Opening Night: Lecture-performance Non-Aligned Newsreels: Fragments dell’artista e filmmaker serba Mila Turajlic. Appositamente prodotta per Lo schermo dell’arte, la lecture performance di Turajlic (Belgrado 1979, vive e lavora a Parigi) è un montaggio live di materiali filmati conservati negli archivi dei cinegiornali della ex Jugoslavia sui movimenti di liberazione africani dagli anni Cinquanta, e di storie orali e registrazioni raccolte dall’artista in quegli stessi luoghi.
Prima italiana: The Tree of Authenticity (2025) dell’artista congolese Sammy Baloji. Un avvincente film-saggio in cui Baloji (1978, vive e lavora tra Lubumbashi e Bruxelles) esplora la storia coloniale della Repubblica Democratica del Congo e la sua importanza ecologica. Basandosi su ricerche degli anni Trenta, il film evidenzia il ruolo vitale del bacino del Congo nel consumo di anidride carbonica e nella definizione dell’equilibrio ambientale globale nell’arco di un secolo.
Kahlil Joseph e Radu Jude tra gli autori dei film
Prima italiana di BLKNWS: Terms & Conditions (2024) dell’artista statunitense Khalil Joseph. Una riflessione sulla blackness iniziata con la video installazione presentata alla Biennale di Venezia nel 2019. Noto per i videoclip musicali realizzati, tra gli altri, per Kendrick Lamar e Beyoncé, Joseph (1981) costruisce un lungometraggio audacemente creativo, rispecchiando le texture sonore di un album musicale e utilizzando materiali d’archivio e campionamenti da YouTube, social media, cinema, televisione. Il film può essere visto come una forma di inventario, in cui le memorie collettive delle persone nere e la storia della diaspora vengono riunite in una narrazione a più livelli.
Sleep #2 (2024) del filmmaker rumeno Radu Jude, un video desktop composto interamente da riprese audio/video della tomba di Andy Warhol registrate dalla rete webcam EarthCam che trasmette in streaming live 24 ore su 24. Jude (1977) costruisce un montaggio impressionista che abbraccia le quattro stagioni e il susseguirsi di ciò che avviene in quella porzione di terreno del cimitero di Pittsburgh, tra fan che celebrano l’iconico artista pop, i lavori dei manutentori, la vita della fauna che sfreccia tra le lapidi. Un omaggio, come è evidenziato dal titolo, al cinema di Warhol con i suoi film a camera fissa, una riflessione sul tempo e sullo sguardo.
VISIO Production Fund: La Defense III-Demons to Diamonds (2024) di Valentin Noujaïm (VPF 2023/2024) co-prodotto con FRAC Bretagne e Iliade&Films e la prima mondiale di Afternoon Histories (2025) di Peng Zuqiang (VPF 2024/2025) co-prodotto con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. Terzo capitolo della trilogia La Défense (2022-24), il film di Noujaïm (Francia 1991, vive e lavora a Francoforte) racconta di misteriosi suicidi nel quartiere finanziario parigino della Défense, dove torri d’acciaio squarciano un cielo inquieto e telecamere a circuito chiuso sorvegliano ogni ombra. Nel bagliore inquietante di questa città al collasso, le vite si scontrano e la distruzione emerge come unica possibilità di rinascita.
Il film Afternoon Histories di Peng Zuqiang (Cina 1992, vive tra Amsterdam e Parigi) esplora l’enigmatico formato cinematografico 8,75 mm, usato nella Cina maoista per la propaganda nelle zone rurali, interrogandosi su cosa resti di un film senza macchina da presa, tra memoria e reinvenzione.
Tra i documentari la Prima mondiale di Due qui / To Hear: primo tempo (2025) di Matteo Frittelli
Il film racconta il pensiero concettuale e l’allestimento della monumentale installazione Due qui / To Hear realizzata dall’artista toscano Massimo Bartolini per il Padiglione Italia dell’ultima Biennale di Venezia. La videocamera, come il visitatore della mostra, si muove nello spazio dell’opera che è un’architettura, una scultura e musica, percependone la struttura vibrante. Il film raccoglie le testimonianze, oltre che dello stesso Bartolini, del curatore Luca Cerizza, di musiciste e musicisti (Caterina Barbieri, Gavin Bryars, Kali Malone), scrittrici e scrittori (Nicoletta Costa, Tiziano Scarpa) e tecnici (ingegneri, organari, artigiani), figure che hanno contribuito a definire il progetto artistico, risultato di una pratica collaborativa usata con frequenza dall’artista.
Prima italiana: Another Light on the Road: Robert Frank & June Leaf’s Canadian Home (2025) di Katrina Whalen e John Parlante
La casa adottiva nella Nuova Scotia, in Canada, dove il fotografo e filmmaker americano Robert Frank e l’artista June Leaf hanno vissuto per oltre 50 anni è stata fonte di ispirazione della loro arte così come la loro presenza in quella remota zona rurale è stata un riferimento costante per una comunità di amici e vicini che li circondava. Quest’ultimi vengono chiamati da June a ricordare Robert mentre lei, poi scomparsa nel luglio del 2024, prosegue il suo percorso artistico. Un film ricco di affetto, sincerità, comunanza intima profondamente creativa.
Virtual Reality. Le artiste italiane Valentina Furian e Claudia Losi si cimentano per la prima volta con la tecnologia della realtà virtuale indagando il rapporto tra esseri umani, animali, ambiente e sistemi alimentari. Si terrà alla Strozzina, Palazzo Strozzi, per tutta la durata del Festival.
BITE (2025) di Valentina Furian (Venezia 1989. Ha partecipato a VISIO 2020) è un’installazione immersiva e site-specific in VR, che utilizza il video a 180° per esplorare i concetti di dominio, addestramento e ribellione nel rapporto tra uomo e animale. Il buio e la luce diventano strumenti per guidare la percezione e mettere in discussione la nozione di controllo creando un’esperienza sospesa tra realtà e allucinazione. Lo spettatore è posto in una condizione di tensione, oscillando tra potere e perdita di potere, incarnata dalla figura del cane.
Anìmule vr. Il mondo sottile (2025) di Claudia Losi (Piacenza 1971) è un un video immersivo in VR ambientato in un paesaggio onirico, costruito con frammenti di carta strappata. Lo spettatore esplora un ambiente stratificato e mobile, illuminato solo da un fascio di luce emesso da un punto imprecisato del suo corpo, e incontra una successione di figure reali (animali, umane e non umane, vegetali) e fantastiche che si combinano tra loro dando luogo a entità mutevoli, bidimensionali come un foglio di carta nello spazio.
Le opere, nate all’interno del Centro studi Officine Creative, laboratorio di produzione per le arti visive e performative dell’Università degli Studi di Pavia, sono state prodotte nell’ambito del progetto PNRR “ONFOODS – Research and innovation network on food and nutrition Sustainability, Safety and Security – Working ON Foods”.
La mostra è realizzata in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi.
VISIO European Programme on Artists’ Moving Images – XIV edizione. A cura di Leonardo Bigazzi, il programma è dedicato ad artisti under 35 che utilizzano le immagini in movimento. La XIV edizione conferma il sostegno alla produzione di nuove opere di giovani artisti tramite il VISIO Production Fund, un fondo di produzione di 35.000 euro concepito in collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato), la Fondazione In Between Art Film (Roma), il FRAC Bretagne (Rennes) e con il contributo di Human Company.
Gli 8 artisti e artiste partecipanti vengono selezionati con una open call. Per questa XIV edizione sono arrivate 156 candidature provenienti da 54 paesi diversi, tra cui Albania, Argentina, Armenia, Benin, Brasile, Cina, Colombia, Finlandia, Giappone, Iran, Kazakistan, Messico, Nigeria, Palestina, Perù, Senegal, Stati Uniti, Svezia, Taiwan, Thailandia, Turchia, Australia. Oltre la metà delle candidature sono state presentate da artiste donne.
Premio del pubblico Under 30 per il miglior film e ingresso libero ai giovani sotto i trent’anni
Con il Premio del pubblico Under 30 per il miglior film della 18a edizione, Lo schermo dell’arte conferma l’attenzione verso la giovane generazione di spettatori che potranno avere accesso libero alle proiezioni grazie al contributo del main sponsor Gucci e partecipare attivamente al Festival votando il proprio film preferito attraverso l’App Lo schermo dell’arte.
Streaming di film del programma dal 12 al 23 novembre 2025. Anche questa edizione dello Schermo dell’arte si espanderà online con lo streaming di una selezione dei film del programma sul canale permanente Lo schermo dell’arte su Mymovies ONE lanciato nel 2024 con film presentati in edizioni passate del Festival.i